La Frenata
In situazioni normali l’azione frenante non e‘ difficile. Si
toglie il piede dall’acceleratore. Nel caso si scala una
marcia per sfruttare meglio l'effetto frenante del motore,
poi si modula la pressione sul pedale del freno fino
all'arresto del veicolo. Diversamente una frenata
d’emergenza di fronte ad un ostacolo improvviso, magari su
un fondo reso viscido dalla pioggia o dal fango, può
rivelarsi un problema molto serio. La massima efficienza
frenante si ottiene quando tutte le ruote sono frenate senza
bloccarsi (altrimenti alla forza frenante si sostituisce la
forza di attrito radente, mediamente inferiore del 25%),
cioè quando la forza frenante eguaglia il limite di aderenza
senza superarlo.
La
distanza di arresto DA è la somma di due distinte distanze:
DR : distanza percorsa dal veicolo
durante il tempo di reazione psico—tecnico
DF : distanza percorsa dal veicolo
durante la frenata vera e propria
DA=DR+DF
La
distanza di reazione dipende dalla velocità del veicolo, dai
riflessi del conducente (attenzione, stato psicofisico) e
dalla rapidità di azione dell’impianto frenante.
La
distanza di frenata dipende in primo luogo dell’aderenza e
dal quadrato della velocità.
Esiste una relazione fra massa dell'autovettura e spazio di
frenata? Vediamo di capire le grandezze in gioco nella
purtroppo ben comune situazione di una frenata di emergenza.
Innanzitutto bisogna capire che la macchina e‘ un corpo in
movimento e come tale e‘ dotato di una certa energia
cinetica. Questa energia sarà tanto maggiore quanto e‘
maggiore la massa dell’autoveicolo e la sua velocità.
L’energia cinetica EC si può valutare tramite la semplice
formula riportata in qualsiasi libro di fisica:
EC =
1/2 M * V(2)
In cui M
e‘ la massa del veicolo e V e‘ la sua velocità. in
definitiva una macchina in moto a una determinata velocità
e‘ un sistema altamente energetico, e affinchè essa ritorni
in una situazione di quiete (Velocità nulla) è necessario
che tutta questa energia venga in qualche modo dissipata,
cioe‘ trasformata in un’altra forma di energia.
L’energia cinetica di un autoveicolo può essere trasformata
e dissipata in diversi modi:
-
Rilasciando il pedale dell’acceleratore.
La macchina decelererà fino a fermarsi a causa
dell‘attrito dei vari organi meccanici e dell'aria sul
corpo vettura. L'energia cinetica dell‘autoveicolo verrà
quindi dissipata progressivamente fino ad annullarsi
quando la macchina sarà ferma.
-
Azionando l’impianto frenante.
in questo caso l’energia cinetica dell'autoveicolo verrà
progressivamente trasformata in calore nell’attrito
pinza-disco del freno.
-
Percorrendo una strada in salita.
Trasformando l’Ec in energia potenziale.
-
Impattando contro una superficie.
L’energia cinetica verrà convertita in energia di
deformazione dell'autoveicolo.
Esaminiamo il caso di una frenata di' emergenza: l’energia
cinetica viene dissipata dall’impianto frenante che andando
a rallentare (e al limite a bloccare) le ruote agendo sui
dischi, cederà ad essi una quota di energia cinetica
aumentandone la temperatura. il rallentamento della velocità
di rotazione della ruota, d’altra parte, genererà una forza
frenante grazie all’attrito tra pneumatico e asfalto. Ed e‘
proprio questa forza che materialmente andrà a fermare
l’autoveicolo. Ma questa forza frenante può essere grande a
piacere? Ovviamente no. Il suo limite e‘ l'aderenza A del
pneumatico che è data, come e‘ noto, dalla formula:
A = u
* P
In
cui u e‘ il coefficiente di attrito e P e‘ il peso
dell’autoveicolo ripartito sul pneumatico. il peso
dell'autoveicolo è proporzionale alla sua massa M (tramite
l’accelerazione di gravita‘ 9) quindi potremo scrivere:
A = u
* M * g
Quindi
A è l’aderenza massima del pneumatico sull’asfalto ed e‘
quindi anche la forza limite generabile dall’impianto
frenante (nel senso che oltre tale forza l’impianto andrà
direttamente a bloccare la ruota peggiorando le condizioni
di frenata). Ipotizzando che l’impianto frenante sia
sufficientemente potente da esplicare tale forza, l’energia
di frenata E si potrà semplicemente calcolare tramite la
formula:
E =u *
m * g * S
in cui
S rappresenta lo spazio di arresto dell‘autoveicolo.
Se
vogliamo quindi calcolare lo spazio di arresto di' un
autoveicolo dovremo eguagliare l’energia cinetica @
l’energia di frenata, cioè:
1/2 *
M * V2 = u * m * g * S quindi: S = V2 / 2ug
ln
condizioni ottimali, cioè disponendo di un impianto frenante
sempre in grado di esplicare forze frenanti al limite del
bloccaggio delle ruote, lo spazio di arresto non dipende
dalla massa dell’autoveicolo. infatti all’aumentare della
massa aumenta si l‘energia cinetica che dovremo andare ad
abbattere con la frenata, ma aumenta anche l’aderenza dei
pneumatici e quindi la forza frenante che è la nostra “arma”
contro tale grandezza. in definitiva i due effetti si vanno
a compensare e gli spazi di arresto non cambiano di' molto.
La situazione cambia se l’impianto frenante e‘ di potenza
limitata. Infatti non e‘ detto che il nostro impianto sia in
grado di esplicare la forza frenante limite. in particolare
la forza frenante che il nostro impianto e‘ in grado di
esplicare ha un limite; quindi andando ad aumentare la massa
dell’autoveicolo (passeggeri, bagagli, etc.) oltre un certo
limite pur continuando ad aumentare la forza massima
frenante teorica possibile (sempre pari a p*m*g) il nostro
impianto non sara‘ piu‘ in grado di garantirla. in
conseguenza di ciò, gli spazi di' arresto si andranno ad
allungare e inizieranno a dipendere dalla massa secondo la
formula:
S = M
* V2 / 2F max
In cui
Fmax rappresenta la massima forza frenante erogabile
dall’impianto. Ma in definitiva. nelle automobili moderne,
gli spazi di' arresto aumentano o no con la massa? il che
equivale a chiedersi: le potenze degli impianti frenanti
sono o no sufficienti a garantire spazi di arresto contenuti
anche in caso di macchina carica?
Prendiamo come esempio una berlina di costruzione 2005. il
peso della vettura in ordine di' marcia con il solo
conducente e‘ circa 2100Kg che sale a circa 2700Kg a pieno
carico. L’incremento della massa della macchina fra minimo e
massimo carico e‘ quindi del 285%. L’incremento percentuale
e in metri dello spazio di arresto e‘ riportato nella
tabella 2.
A fronte di un incremento della massa di circa il
30% l'incremento degli spazi di arresto risulta
essere ingegneristicamente trascurabile. Andando ad
analizzare gli spazi di arresto di altre tipologie
di modelli in produzione si ottengono analoghi
risultati. L’escursione del pedale del treno, con
auto a pieno carico, sarà certamente diversa. Questo
comporta un tempo maggiore di azione della forza
frenante. Il limite e‘ ovviamente il buon senso:
disporre il carico omogeneamente all’interno
dell’autovettura e non superare i limiti di carico
specificati nel libretto. |
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Frenata modulata.
In una situazione di
frenata normale, prima di una curva, si dovra‘ eseguire
sempre una tipologia di frenata regressiva con modulazione,
composta da 2 fasi.
-
1° fase energica:
cosi da rallentare l’autovettura secondo le esigenze e
diminuire il tempo di reazione dell’impianto.
-
2° fase modulata:
alleggerire la pressione sul pedale del freno,
accompagnando l’operazione da eventuali scalate di
marce, mantenendo il carico sull’asse anteriore.
Buona regola e‘ accompagnare la manovra di scalata con il
tacco punta, ovvero durante la fase di modulazione di
frenata, mentre la frizione e‘ ancora abbassata, dare una
lieve accelerata in modo da avvicinare i giri motore a
quelli che si avranno con il disinnesto frizione. Questa
operazione ci permette una maggior fluidità di guida e un
maggior comfort durante la fase di rallentamento, oltre al
diminuire i rischi di un bloccaggio delle ruote di trazione
durante una scalata brusca.
Scalare le marce e non usare il pedale del freno, usando
solo il motore, e‘ una manovra obsoleta, non efficace e
talvolta anche pericolosa. Le auto moderne, hanno impianti
frenanti ben dimensionati, con caratteristiche eccellenti
sia in efficienza che in durata. Il freno motore delle auto
moderne al contrario, non ha più le stesse caratteristiche
delle autovetture del decennio precedente. Abituiamoci ad
usare i freni in modo corretto, sono l’unico mezzo per
fermare o rallentare la nostra auto. La scalata serve quasi
esclusivamente per avere la marcia giusta durante la
percorrenza e in uscita.
Frenare, non vuol dire andare piano ma significa saper
guidare bene.
L’intervento della frenata e‘ indispensabile per utilizzare
Ì trasferimenti dinamici dei carichi a nostro vantaggio.
La
frenata di emergenza: chiamata anche Panic Stop.
Quando si effettua? La frenata di emergenza si effettua,
quando lo spazio fra la nostra auto e un ostacolo improvviso
e‘ così breve da non permettere al conducente di effettuare
una frenata modulata unita ad una scalata, ovvero il
guidatore dovrà effettuare una frenata molto violenta,
cercando di evitare l’urto.
In una condizione del genere, la cosa più importante e‘
avere molta freddezza e mantenere il completo controllo
dell’autoveicolo riuscendo ad evitare l’eventuale ostacolo.
Qualunque autoveicolo stiamo guidando, con o senza sistema
ABS, antibloccaggio delle ruote in frenata, il guidatore
dovrà mantenere le 2 mani sul volante, per cercare di essere
il più veloce e il più reattivo possibile.
Senza
ABS.
Una frenata di emergenza senza ABS e‘ un’operazione
difficile, che prevede una preparazione adeguata, unita ad
esercizio. Nel momento in cui la frenata sarà così brusca da
bloccare le ruote, l’autovettura non avrà più direzionalità.
Come dovrò comportarmi nel caso dovessi evitare un ostacolo?
Nel momento in cui percepisco un ostacolo improvviso vengo
colto da panico, la prima reazione e‘ quella di spingere con
forza sul pedale del freno. Corretto. Ma attenzione,
dovremmo contemporaneamente spingere il pedale della
frizione, per annullare la spinta del motore che sarà ancora
alto di giri e contrasterà l’efficacia della frenata, oltre
che rischiare di spegnerlo, perdendo l’utilizzo del sistema
di idroguida o servosterzo.
Quindi: si frena a fondo in modo
energico, si spinge contemporaneamente la frizione, e nel
momento in cui si deve sterzare per evitare l’ostacolo,
mantenendo sempre le 2 mani sul volante, si continua a
spingere la frizione, ma si rilascia il pedale del freno, in
modo che le ruote anteriori riprendono a ruotare, quindi
avranno nuovamente direzionalità. Una volta evitato
l’ostacolo, con l’auto allineata e la frizione ancora
premuta, bisognerà frenare nuovamente in modo energico.
Importante è rivolgere lo sguardo nella direzione verso la
quale si vuole andare, questo piccolo accorgimento,
faciliterà l’operazione. Avremo così evitato l’ostacolo.
effettuato una frenata nel minor spazio possibile, motore
ancora acceso, quindi
potremo spostare immediatamente la nostra auto
Con
ABS.
Con il sistema ABS, e‘ certamente più semplice evitare un
ostacolo. in una frenata energica le ruote non tenderanno al
bloccaggio, continueranno a rotolare e quindi a garantire la
direzionalità dell’asse anteriore: e‘ allora possibile
sterzare mentre si continua ad effettuare un' energica
spinta sul pedale del freno.
Come devo comportarmi? Anche in questo caso, nel momento in
cui percepisco un ostacolo improvviso vengo colto da panico,
la prima reazione e‘ quella di spingere con forza sul pedale
del freno, corretto. Ma attenzione, dovremmo
contemporaneamente spingere il pedale della frizione, per
annullare la spinta del motore che sarà ancora alto di giri
e contrasterà l’efficacia della frenata.
Quindi: Si frena a fondo in modo
energico, si spinge contemporaneamente la frizione, e nel
momento in cui si deve sterzare per evitare l’ostacolo,
mantenendo sempre le 2 mani sul volante, si continua a
spingere la frizione e si aumenta la pressione sul pedale
del freno, fin tanto che l’auto non sara‘ ferma.
Importante: Nel momento in cui il
sistema ABS entra in funzione, si percepiscono delle
vibrazioni sotto il pedale del freno. Niente paura: il
sistema sta lavorando, quindi aumentare la pressione sul
pedale e‘ fondamentale, e‘ lui a lavorare per noi! Non
diminuire mai la pressione sul pedale del freno in una
condizione di emergenza, nel momento in cui il pedale
trasmette le cosiddette vibrazioni. importante, anche in
questo caso, e‘ rivolgere lo sguardo nella direzione verso
la quale si vuole andare, questo piccolo accorgimento,
faciliterà l’operazione. |